La rubrica dedicata ai campioni del Gramsci-Amaldi.


Studio e divertimento tra le vie di Siviglia

Questa settimana la rubrica Fuori-Classe ha deciso di intervistare alcuni dei ragazzi del nostro istituto che sono stati a Siviglia grazie al progetto TRANSNATIONAL MOBILITY HIGH SCHOOL, incentrato sulla realizzazione di percorsi formativi specifici di mobilità all’estero e di percorsi per le competenze trasversali per l’orientamento (PCTO).

I quindici ragazzi sono partiti il 24 Agosto e tornati il 14 Settembre, accompagnati dai docenti della nostra scuola Athos Cadeddu e Alice Pisano.

Qui di seguito l’intervista di alcuni di loro, ovvero Giorgia Tocco e Damiana Manca (4DLL), Giampaolo Cani e Asia Deplano (5CLL), Giulia Arceri e Siria Lai (5ELL).

– Come mai avete deciso di fare questa esperienza?

Gruppo: “Tutti volevamo fare questa esperienza perché, secondo noi, avremmo potuto conoscere persone nuove che senza questa opportunità non avremmo mai visto; anche per istruirci, visto che siamo tutti del Linguistico, e conoscere meglio la lingua spagnola”.

– Che differenze avete trovato tra una scuola italiana e una spagnola?

S.L.: “La scuola in cui abbiamo studiato era molto più leggera rispetto a quella italiana; iniziavamo intorno alle 9:00 e finivamo o alle 13:00 o alle 13:30”.

A.D.: “La nostra era una scuola privata favorevole all’insegnamento per gli studenti stranieri e organizzava delle lezioni di tre settimane, ovvero per tutta la nostra permanenza a Siviglia”.

D.M.: “Gli argomenti erano incentrati sulla cultura, sull’economia del posto per poi farci uscire le sera e sapere come comportarci”.

G.A.: “Dopo queste tre settimane abbiamo affrontato un esame per avere una certificazione; questo esame era basato su una presentazione a scelta in spagnolo”.

– Come vi siete trovati con i nuovi compagni di classe? Siete ancora in contatto con alcuni di loro?

G.C.: “Ci siamo trovati subito bene, è stata una convivenza molto tranquilla; anche con le persone conosciute nel residence, infatti siamo tutti in contatto con loro e sono pure venuti a trovarci qui in Sardegna, una volta finita l’esperienza”.

– Vi siete trovati bene nel residence?

G.T.: “Nonostante tutte le problematiche che abbiamo avuto, ad esempio con la pulizia, con il chiasso e il cibo abbastanza discutibile, abbiamo capito che faceva tutto parte dell’esperienza e l’abbiamo presa sul ridere ogni volta”.

– E infine, consigliereste questa esperienza?

Gruppo: “La consigliamo a chi non l’ha mai fatta e la riconsigliamo a chi ha già fatta questa esperienza perché a noi ha aiutato a crescere”.

Ringraziamo tutti i ragazzi per la disponibilità, alla prossima intervista.

Intervista a cura di Chiara Contu


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