In questa rubrica le notizie provengono dalla caverna, come l’uomo del mito di Platone e, proprio come lui, uscendo acquisiscono una nuova luce e nuove conoscenze. Per questo motivo qui ci proponiamo di raccontare ogni giovedì quella filosofia che è al centro della vita dell’uomo da millenni.


E se tutto ciò che ci circonda non fosse reale?

È ciò che viene scoperto nel film “The Truman Show” dal protagonista Truman, quando si rende conto di essere l’attore principale di una trasmissione sulla sua stessa vita che va in onda dal momento in cui è nato, e che il mondo perfetto che in cui vive è fatto di finzione, mentre tutte le persone che lo circondano sono attori. Truman cercherà di scappare dal set illusorio in cui ha vissuto trent’anni per conoscere il mondo reale, colto da un forte desiderio di verità. Lo stesso desiderio che viene raccontato nel mito della caverna di Platone, che dà il nome a questa rubrica.

Il mito narra di un gruppo di prigionieri intrappolati nel fondo di una caverna fin dalla nascita, appoggiati a un muro con le mani legate, in modo che possano guardare solo la parete di fronte a loro. Dietro al muro si trovano degli uomini che con l’aiuto del fuoco proiettano verso la parete le ombre di alcune statuette, rappresentanti tutte le cose esistenti. Per i prigionieri, le ombre rappresentano la propria realtà, perché è ciò che hanno visto per tutta la vita. Questo avviene perché, come menzionato dal creatore dello show nel film quando parla di Truman, “gli uomini accettano la realtà così come gli si presenta”.

Un prigioniero però riesce a liberarsi e, scavalcando il muro, scopre che c’è un mondo al di fuori della caverna e che le statuette che vedeva non erano la vera realtà. Inizialmente viene abbagliato dalla luce del Sole, l’idea del bene, e, abituandosi alla luce, scopre che le statuette rappresentano tutto ciò che esiste. Per Platone l’unico uomo in grado di compiere questo viaggio è il filosofo, capace di conoscere il mondo sensibile e poi quello delle idee, cioè l’iperuranio, attraverso il suo viaggio, liberandosi dalle catene del mondo materiale e superficiale per accedere al mondo delle verità eterne. Resosi conto della verità, il prigioniero vorrà tornare all’interno della caverna per liberare i compagni. Il problema è quello di convincere gli altri prigionieri, non disposti a sopportare il dolore dell’accecamento per conoscere la vera realtà che, difficili da convincere e stanchi di sentirlo parlare, non credendo a ciò che racconta, lo uccidono. Proprio come il protagonista che, una volta scoperto che tutto ciò che avviene fa parte di un copione, cerca di mettere in guardia il suo amico e sua moglie, che fingono di non credergli, in quanto attori.

Il mito e il film sono un’importante metafora della condizione umana: la maggior parte delle persone vive la propria vita senza mai cercare di andare oltre le proprie convinzioni, vivendo in una sorta di illusione. Il prigioniero che riesce a liberarsi rappresenta coloro che cercano di andare oltre, di scoprire la verità e di trascorrere una vita più autentica e significativa, non rimanendo incatenati alle proprie certezze.

a cura di Chiara Pillicu