Antonio Gramsci ha influenzato la storia italiana del ‘900 con le sue idee, le sue lotte e le sue opere. Molti conoscono il Gramsci più maturo grazie alle biografie pubblicate dopo il periodo fascista e grazie ai suoi scritti più famosi, quali i “Quaderni” e le “Lettere; tuttavia, il suo percorso formativo è poco conosciuto, nonostante sia alla base del pensiero gramsciano più noto.


Il 22 marzo scorso, nell’aula magna del nostro Istituto, si è tenuto il concorso scolastico “Immaginando Gramsci”, coordinato dal professore di storia e filosofia Giuseppe Mocci e dalla Dott.ssa Alessandra Marchi dell’Università di Cagliari, membro dell’associazione “GramsciLab”.
Questa conferenza ha avuto come oggetto lo studio del percorso formativo del politico sardo, dall’infanzia al suo arresto durante il Ventennio fascista. Lo scopo è stato quello di promuovere la conoscenza, tra i giovani, della figura gramsciana, non solo come politico, ma soprattutto come intellettuale moderno e completo.
Infatti, a quasi novant’anni dalla sua morte, la sua vita e le testimonianze da lui lasciate influenzano ancora oggi il pensiero politico attuale.

All’inizio della conferenza si è parlato del percorso formativo culturale e intellettuale di Gramsci, a partire dalla sua difficile infanzia segnata dal morbo di Pott, ma riscattata in gran parte grazie alle sue doti di apprendimento e alle sue capacità di adattamento. Queste capacità gli consentirono di conseguire il diploma di maturità presso il Liceo Classico G.M. Dettori di Cagliari col massimo dei voti, di poter pubblicare un suo articolo sull’Unione Sarda nel 1910 e, l’anno seguente, di ottenere una borsa di studio per frequentare l’Università di Torino.

All’età di vent’anni Gramsci inizia a farsi strada tra gli ambienti intellettuali torinesi, consolida le sue idee politiche e si proietta verso nuovi orizzonti. Successivamente, conosce Angelo Tasca che diventa suo grande amico e i due, insieme a Umberto Terracini, fondano il giornale “L’Ordine Nuovo” nel 1919 e nel 1921 contribuiscono alla nascita del PCI (Partito Comunista Italiano). Sono i primi anni dello squadrismo e del Fascismo in Italia; Gramsci sin dall’inizio si contrappone al pensiero e al potere mussoliniano, arrivando a pagarne le conseguenze con l’arresto avvenuto nel novembre del 1926. Inizia, così, il suo calvario di prigioniero politico segnato da lettere scritte a parenti e ad amici e dai famosi quaderni di riflessione che porta avanti fino al 1935.

Purtroppo, durante gli anni della prigionia, le sue condizioni di salute si aggravano così tanto che nel 1934 ottiene la libertà condizionata per potersi curare e il rilascio definitivo solo il 25 aprile del 1937. Due giorni dopo, in seguito ad una violenta emorragia celebrale, Gramsci muore a soli 46 anni.

La conferenza ha evidenziato l’impatto che ha avuto e che ha tutt’oggi la figura del politico sardo nella letteratura, nella musica, nell’arte ma anche negli studi e nelle idee che ha plasmato o che ha contribuito a plasmare. Negli ultimi quindici anni si sono moltiplicati gli eventi a lui dedicati, sia nei luoghi della sua infanzia che in molte località sparse per il mondo. La conferenza si è conclusa con un dibattito sulla vita di Gramsci, cui hanno partecipato sia studenti che insegnanti.

a cura di Francesco Contu