La rubrica che dà voce al personale del Gramsci-Amaldi, intervistato dalla redazione.
Poche ambizioni ma grande passione: intervista alla Professoressa Gigli
Per il primo articolo di quest’anno la professoressa Giovanna Gigli è il soggetto della nostra intervista, che mostra come le passioni cambino totalmente la vita dell’uomo.
-Innanzitutto le generalità: cosa insegna e da quanto?
G.Gigli: “Ho iniziato con storia e filosofia nell’anno scolastico 1999-2000 quindi sono ben 24 gli anni da professoressa”.
-Perché proprio questa materia?
G.Gigli: “Perché la trovo come una vocazione e come mio metodo prediletto di vedere il mondo, di viverlo e di coglierlo anche nei minimi particolari che spesso non si vedono e in più mi aiuta a mettere insieme sapere e sentimento”.
-E ha mai pensato di essere insegnante?
G.Gigli: “No, assolutamente: prima ero uno storico dell’arte, però notavo che il dialogo, specialmente con i ragazzi, gli studenti o con un’altra persona in generale era una vocazione troppo forte, e allora per pura passione sono passata all’insegnare”.
-Ed è soddisfatta di questa scelta?
G.Gigli: “Diciamo che non riesco a vedermi dall’esterno, quindi non so cosa sia di preciso scuola per me, né tanto meno se do un insegnamento corretto ai miei studenti; quello che so è che sicuramente mi arricchisce parlare con gli studenti e s’accresce quella che è la mia gratificazione nel vedere che, mettendomi in gioco con scarpe, croce, anima e cuore, c’è un riscontro positivo da parte loro; tutto questo mi dà felicità e riempie le mie giornate”.
-Parlando degli studenti, lei com’era?
G.Gigli: “Avevo un solo diktat: studiare; non era però uno studio imposto ma passionale, a me piace tuttora moltissimo studiare di ogni materia e argomento, tanto che non c’era materia in cui non avevo il massimo dei voti. Il concetto di materia preferita o odiata non esisteva per me però c’era una materia che non trovavo affine: fisica, recuperata poi all’università con un dottorato in filosofia della scienza.
Ho sempre amato ciò che era oscuro e difatti la passione per così tante branche del sapere mi ha sempre portato a “vivere nascosta” (làthe biòsas), cioè senza alcuna ambizione universitaria, ma vivendo nel mio universo di sapere che si creava mano a mano”.
-Come trovava lei la scuola?
G.Gigli: “Sono figlia di questo liceo, il Gramsci, e devo dire che,nel corso del tempo, sono cambiati i modi dei rapporti tra i docenti e gli alunni però, in stile machiavellico, la natura non penso sia cambiata così tanto; a fare la differenza sono i comportamenti tra le persone. Ciò nonostante, ho vissuto bene l’esperienza di tutti i miei anni scolastici”.
-Ha fatto anche altre professioni?
G.Gigli: “Beh, si; come detto in precedenza, storico dell’arte e più precisamente ho fatto la pubblicista a tempo indeterminato per una casa editrice ma ancora prima, subito dopo la laurea, redattore multimediale alla Tiscali e infine questo di insegnante (arrivato non appena fu disponibile il primo bando)”.
-Come occupa il tempo libero?
G.Gigli: “Sicuramente leggere, non riesco a non distaccarmi dalla lettura quotidiana, poi moltissime attività che riguardano l’uso dei sensi e del corpo, attività manuali come la creazione di piccoli oggetti o anche il lavoro a maglia e soprattutto qualsiasi attività che un antico greco avrebbe apprezzato: convitti, dialoghi ma anche lo stare in compagnia, stare all’aria aperta o con chi voglio bene, non importa che siano persone, animali o anche vegetali”.
-E le sue passioni?
G.Gigli: “Tutte quante si possono racchiudere in quella per la filosofia”.
-Come si descriverebbe?
G.Gigli: “Cito quella che è, a mio avviso, la rappresentazione effettiva di chi sono. Giovanna Gigli: scarpa e croce, àncora e cuore”.
-Una frase che si porta dentro?
G.Gigli: “Forsan et haec olim meminisse iuvabit, tradotto dal latino vuol dire che forse, un giorno, tutto questo sarà ricordato; non è altro che una sintesi della mia costante interrogazione sul senso dell’essere”.
Intervista a cura di Francesco Contu
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