Le Muse erano custodi della cultura e delle arti, perciò danno il nome a questa rubrica, che potrete leggere ogni martedì. All’interno forniremo consigli e approfondimenti attorno a temi di letteratura, cinema e musica.


The Giver – Il mondo di Jonas

In un futuro distopico, dopo un terribile evento chiamato “la Rovina” gli uomini vivono in una riorganizzata società uniforme, priva della sua storia, dove non esistono differenze tra individui o possibilità di scelta, governata da un Consiglio di anziani, in nuclei famigliari tutti uguali. Jonas vive una vita senza colori, senza emozioni, senza sogni o volontà, grazie a delle iniezioni mattutine che quotidianamente ogni persona fa prima di uscire di casa, ma non si aspetta che al compimento dei suoi diciotto anni questa realtà verrà totalmente stravolta.

Come ogni anno si sta per svolgere la “Cerimonia dei 12”: ad ogni adolescente viene assegnato tra dodici mestieri il lavoro che meglio rispecchia le sue inclinazioni. Alla cerimonia partecipano anche Jonas e i suoi due amici Fiona e Asher, ma mentre a questi ultimi viene riservato uno dei mestieri svolto ogni giorno da diversi membri della società, Jonas viene prescelto per essere il nuovo Accoglitore di Memorie, un ruolo destinato solo ad una persona, in grado di custodire i ricordi di una storia che non ha mai conosciuto.

Dal giorno successivo alla Cerimonia, Jonas viene affidato al Donatore, colui che un tempo era l’Accoglitore di Memorie, che ha il compito di trasmettergli tutto ciò che ha conosciuto del mondo prima della Rovina. Il ragazzo comincia ad affezionarsi al Donatore e, tentando di raccontare alla sua amica Fiona la sua esperienza quotidiana, prende coscienza di ciò che manca al mondo. Sotto consiglio del Donatore interrompe la sua iniezione mattutina, che scopre frenare ogni tipo di impulso o intenzione.

Con il passare del tempo, Jonas sperimenta i colori, i profumi e i sapori, ma soprattutto vede le memorie della vita che era: inizialmente è sempre più curioso di scoprire e di sentire sulla sua pelle le emozioni che non ha mai provato, di vedere le mille sfaccettature delle culture del mondo, ma quando il Donatore decide di trasmettergli anche il ricordo della guerra, della sofferenza e della violenza del mondo, il ragazzo pensa di abbandonare l’incarico, come il precedente Accoglitore.

Dopo essere stato convinto dal Donatore, Jonas continua il suo addestramento e scopre che i bambini non ritenuti adeguati alle unità familiari vengono congedati dalla società, cioè uccisi, e, rendendosi conto che la stessa sorte spetta anche a Gabriel, un bambino affidato recentemente alla sua unità familiare in quanto prossimo Accoglitore di Memorie, fugge per salvarlo. Jonas scopre infine che c’è un modo, seppur quasi impossibile, per far ritornare alle persone i ricordi perduti, attraverso un lungo e faticoso viaggio.

Ispirato al primo libro della quadrilogia “The Giver” di Lois Lowry, il film è un importante spunto di riflessione sulla realtà che attualmente viviamo. Jonas gradualmente scopre tutto ciò che lo circonda con occhi nuovi, perché prima di allora non ne aveva potuto percepire la vera essenza, non ne aveva potuto ammirare i colori o sentire gli odori.
Degna di nota è la scena in cui il protagonista vede, attraverso gli occhi del Donatore, i festeggiamenti di un matrimonio celebrato con delle danze esotiche e per la prima volta sente la gioia far parte di lui. Jonas si sente vivo attraverso quelle emozioni che gli uomini provano quotidianamente, ma a cui spesso non danno la giusta importanza, forse perché ormai date per scontate.

L’altra faccia della medaglia racconta quanto ormai l’uomo sia indifferente all’atrocità della sua storia, attraverso le scene di guerra che tanto sconvolgono Jonas per la loro crudeltà. Il ragazzo, sempre attraverso il Donatore, vede dei soldati morire in guerra e non riesce a rispondere a tutte le domande che lo tormentano. Perché la guerra? Perché la morte e la sofferenza? Jonas sente il dolore trapassarlo e non si spiega come ad una realtà tanto meravigliosa nella vita che era ve ne fosse affiancata una tanto malvagia. È la stessa guerra, la stessa morte che oramai fa parte della nostra vita, verso cui siamo tanto impotenti quanto impassibili.

La scelta che deve fare Jonas è difficile quanto importante: è meglio far acquisire alle persone le memorie facendo conoscere la bellezza della vita e delle emozioni o preservarle dalla conseguente conoscenza della sofferenza e delle atrocità umane?

A cura di Chiara Pillicu


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