La rubrica che dà voce al personale del Gramsci-Amaldi, intervistato dalla redazione.
Arroganti, alla larga: intervista alla professoressa Serra
Questa volta, l’insegnante intervistata è la professoressa Alessia Serra, docente di fisica e matematica sia al biennio che al triennio; seppur breve, un dettaglio dell’intervista può aiutare a comprendere perché il suo carattere possa apparire severo ma in realtà molto empatico.
-Che materia insegna?
A.Serra: “Matematica e fisica”.
-Da quanti anni insegna?
A.Serra: “Dall’anno scolastico 2005-2006, quindi quasi 18 anni”.
-Com’è stato il suo primo giorno di lavoro?
A.Serra: “Entusiasmante, da un punto di vista strettamente personale, non traumatico ed ero molto emozionata perché quell’anno fu il primo da docente: mi avevano chiamata a Jerzu, in provincia di Nuoro, per fare supplenza ad un collega che doveva essere operato al cuore, da esterno, per sopperire ad una carenza di docenti di matematica e fisica. Il liceo era particolare, in quanto era uno scientifico ad indirizzo linguistico; grazie a questo periodo superai l’ansia del “primo giorno” e capii che era la scuola il mio ambiente prediletto”.
-Le è piaciuta sin dall’inizio la materia che insegna o ha avuto qualche difficoltà?
A.Serra: “Né per matematica né per fisica, perché adoro il lavoro che faccio”.
-Ha pensato sin da subito di diventare professoressa?
A.Serra: “L’idea si è formata dalle medie e consolidata poi alle superiori e nessuno me l’ha tolta dalla mente (n.d.s. così come per la prof.ssa Basciu nella sua intervista, chi vuole diventare docente di matematica, lo sente nel profondo)”.
-Faceva altri lavori prima della professoressa?
A.Serra: “Sì: la commessa, l’intervistatrice porta a porta e, a partire dai 18 anni, anche lezioni private; poi vennero le prime supplenze come docente in una scuola pubblica ed eccoci qui”.
-Andava bene a scuola? Com’era il suo rapporto con i suoi docenti?
A.Serra: “Malgrado qualche votaccio, andavo più che bene a scuola ed ero consapevole (specie alle superiori) quali erano i miei limiti; con i docenti i vari rapporti erano misti: alcuni molto empatici e altri totalmente freddi ma nel complesso erano tutti bravi e mi ispiravano a continuare; uno tra tutti era il mio docente del triennio di matematica e fisica, una brava persona sia dal punto di vista umano che istruttivo”.
-Ha avuto problemi con i suoi compagni di classe?
A.Serra: “Diciamo che non era una bella classe: il liceo che frequentai (il Michelangelo a Cagliari) era pieno di “figli di papà” che se la tiravano, anche in classe mia, che rendevano difficile l’ambiente della classe per chi, come me, veniva dai paesini e viaggiava. Dopo il diploma, infatti, ho tagliato tutti i ponti con i compagni”.
-Qual era la materia che le piaceva di meno?
A.Serra: “Filosofia in primis (ma anche scrivere i temi non è da meno), per via d’un insegnante che mi faceva sentire stupida quando in realtà non aveva un buon metodo d’insegnamento. Con mia piacevole sorpresa, la ripresi all’università per dare qualche esame (filosofia della matematica) e mi è piaciuta studiarla volentieri, grazie anche ad un insegnante più competente”.
-Cosa fa nel tempo libero?
A.Serra: “Fitness, 4 volte alla settimana, e camminata; sempre se mi rimane del tempo, non come in questo periodo dove sono ferma per via degli impegni scolastici”.
-Al di là dell’insegnare, quali sono le sue passioni?
A.Serra: “Amo moltissimo leggere, soprattutto i gialli di Donato Carrisi o Patricia Cornwell ma anche i classici gialli, più in generale un po’ tutto. In genere è un’attività che faccio quando sono tranquilla, per rilassarmi”.
-Se dovesse descriversi con degli aggettivi, come si descriverebbe?
A.Serra: “Parecchio testarda, empatica (e spero che anche i ragazzi lo notino) e molto determinata”.
-C’è una frase che le è rimasta impressa e che tiene a mente?
A.Serra: “Uno dei miei motti principali è il classico “non rimandare a domani ciò che puoi fare oggi” perché non sai cosa ti può accadere nella vita; oltre a quello, una frase che dico spesso è il darsi obiettivi e raggiungerli, anche se ci vorrà tempo e fatica”.
Intervista a cura di Francesco Contu
Leggi le puntate precedenti:
“Intervista alla professoressa Ruggeri”
“Tra calcoli e canto: intervista alla professoressa Basciu”
“Dall’America all’Italia: intervista alla professoressa Paez”
“Dietro le porte della segreteria: intervista a Caterina Cossu”
“Un ingegnere di filosofia: intervista al professor Arangino”
“Obiettivo Generazioni unite: intervista alla professoressa Nioi”
“Una giornalista insegnante: intervista alla professoressa Gaggero”
“Arte di famiglia: intervista alla professoressa Didu”
“L’esperienza al servizio della scuola: intervista alla signora Anna Carta”
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