Ogni mercoledì le innovazioni si fanno protagoniste di questa rubrica. Approfondimenti su fisica, scienza e tecnologia raccontati dagli occhi degli studenti per gli studenti.


Controllare con un dito: il touchscreen

Dalla sua invenzione negli anni ‘60, il touchscreen ha fatto passi da gigante sia per gli utilizzi che per le tecnologie impiegate, diventando essenziale per molti aspetti della vita moderna.

Per i nativi digitali è al pari di un’estensione della mano, per gli informatici può diventare un inferno da riparare e per per gli ingegneri una sfida all’innovazione, qualsiasi sia il punto di vista preso, il touchscreen (o schermo tattile) ha cambiato per sempre il nostro modo di usare un computer.

La sua invenzione risale al 1965 quando un ingegnere britannico del Royal Radar Establishment, tale Eric Johnson, prima teorizza, poi sviluppa un prototipo di monitor a tubo catodico touch.

Questo tipo di schermo era capacitivo, come in quelli moderni, ma venne subito abbandonato in favore dei più economici schermi resistivi, introdotti negli anni ‘70 e utilizzati fino ai primi anni 2000.

Si dice capacitivo uno schermo in cui la sua capacità elettrica di superficie varia grazie alla conduttività del corpo umano (in questo caso i polpastrelli delle dita) che agisce su un sottilissimo strato di ossido metallico appena sotto il vetro; resistivi sono, invece, quegli schermi che variano la resistenza non di una ma di due pellicole separate che chiuderanno un proprio circuito nel punto in cui il dito, o un pennino specifico, va a toccare tra di loro le due pellicole.

Rispetto agli schermi capacitivi, quelli resistivi sono più resistenti all’usura, riparabili e duraturi nel tempo, tanto che ancora oggi vengono impiegati in campi industriali e medici; tuttavia il touch capacitivo è più affidabile e preciso qualsiasi siano le dimensioni dello schermo, specie se provvisto di multitouch.

Tale tecnologia venne realizzata nel 1982, grazie al professor Nimish Metha dell’Università di Toronto, grazie a una telecamera che riconosceva e distingueva il numero di dita presenti sullo schermo e ne tracciava i movimenti; solo nel 1999, però, uno schermo multitouch capacitivo, simile a quelli di oggi, venne utilizzato in un computer e pochi anni dopo, l’ultimo tassello nei touchscreen sarà impiegato dappertutto: dai grandi schermi fino i trackpad dei laptop e nel frattempo vengono usati, al posto delle telecamere, luci a led e sensori luminosi per riconoscere la posizione delle dita

Chissà come sarebbe oggi il mondo della telefonia mobile senza l’avvento di questa rivoluzionaria invenzione per gestire i radar militari.

A cura di Francesco Contu


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