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Comprendere una lingua che non esiste
Cosa hanno in comune una pubblicità di pentole, un cartone animato e il teatro? A prima vista niente, tranne per la “lingua” usata: il grammelot.
Il grammelot non è una lingua esistente, ma una tecnica recitativa teatrale dove onomatopee, suoni e cadenze di una o più lingue vengono mescolate con borbottii incomprensibili dando l’impressione di parlare una vera lingua.
Di origini ignote, alcuni studiosi pensano derivi da antiche tecniche che i giullari di corte e gli attori medievali usavano per intrattenere il pubblico; tuttavia, non si è molto sicuri di questa teoria e anche l’etimologia del termine è incerta e si pensa derivi o da un “falso amico” della lingua francese o dalla crasi di “grammaire”, “mêler” e “argot” (grammatica, mescolare e gergo, in francese).
È certo, però, che nella seconda metà del secolo scorso, il grammelot è tornato in auge in Italia grazie all’attore e comico Dario Fo che, rifacendosi proprio alle antiche origini, sperimenta nel 1969 una commedia del tutto innovativa: “Mistero Buffo”, utilizzando un grammelot “padano” (un mix di dialetti piemontese, lombardo e veneto).
Va detto che, in ambito internazionale, anche Charlie Chaplin sperimentò tale tecnica in un suo film (muto): “Tempi Moderni”, in cui Charlot inventava le parole di una canzone che non conosceva creando, insieme alle sue impareggiabili doti espressive, una scena alquanto comica.
Sempre in Italia, il grammelot fu utilizzato nell’intrattenimento di vario genere; oltre a Dario Fo, anche Gigi Proietti ne fece un sapiente uso. Invece, Carlo Bonomi se ne servì per dare voce a tutti i personaggi del cartone animato “Pingu” e al famoso personaggio animato “La Linea”: in Pingu sono ben sette le lingue da cui trae spunto, nella Linea lo spunto è dato dal dialetto lombardo.
Infine, l’ultimo grande esempio dell’uso del grammelot è quello di Adriano Celentano con la sua hit “Prisencolinensinainciusol”, del 1974, in cui la lingua di base è l’inglese americano, a quel tempo molto in voga tra i giovani.
Un suggerimento: la prossima volta che non sapete come iniziare un discorso, ricordatevi del grammelot e imparate la cadenza della lingua da imitare, magari vi aiuterà (tranne che nelle interrogazioni).
A cura di Francesco Contu
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