La rubrica dedicata ai campioni del Gramsci-Amaldi.


Il teatro come “regno delle emozioni”: intervista a Nicolò Trullu

Oggi per la rubrica dei Fuori-Classe, è stato intervistato Nicolò Trullu: un ex studente del Liceo classico, che sia l’anno scorso che quest’anno ha dato un contributo alla realizzazione della Notte Nazionale del Liceo Classico, in particolare alle rappresentazioni teatrali messe in scena dai ragazzi. Ma ora passiamo a una breve intervista per conoscere meglio lui e la sua passione.

-Cosa ti ha fatto avvicinare al teatro?
N.T: “Credo di non essere mai stato lontano dal teatro. Da bambino mi ha sempre affascinato e con gli anni ho cercato di capire il motivo per il quale mi trasmettesse tutte quelle emozioni. Oggi lo pratico, lo studio, ma la magia che ogni volta mi regala è sempre qualcosa di impossibile da svelare. Non so dire se ci sia stato qualcosa nello specifico che ha fatto nascere questo amore, ma sono sicuro che durerà per sempre“.

-Com’è stato tornare al liceo Gramsci-Amaldi non più da studente?
N.T: “Tornare all’Amaldi per me è sempre come tornare un po’ a casa. Gli anni passano, molti dei volti che conoscevo sono cambiati, ma rivivere il luogo dove si è cresciuti, tra gioie e dolori, è sempre emozionante. Poi tornare per fare teatro con i ragazzi è meraviglioso. Sono fortemente convinto che il teatro debba essere obbligatorio nelle scuole: forma, sblocca, unisce e regala emozioni. Contribuire a renderlo possibile nel luogo in cui sono cresciuto è sempre un vero piacere“.

-Che titolo di laurea hai conseguito?
N.T: “Mi sono laureato in lettere, con indirizzo “Discipline dello spettacolo” ed ora studio in Magistrale “Scritture e progetti per le arti visive e performative”. È stata una vera fortuna trovare questo indirizzo perché mi permette di conciliare la mia grande passione con la formazione da insegnante, altra vocazione di cui ho sempre provato tanta stima“.

-Senti che, in qualche modo, il Liceo classico ti abbia aiutato nel tuo percorso universitario?
N.T: “Il Liceo classico aiuta sempre. Certo, io ho studiato lettere quindi anche didatticamente parlando mi è stato utile, ma al di là di questo, come ho sempre sostenuto, il liceo classico è una palestra di vita. Mi ha insegnato il valore e l’importanza della natura umana e quanto questa, in realtà, governi il mondo. Credo che la mia passione per quel ‘regno delle emozioni’ che è il teatro si sia sviluppata anche grazie alla sensibilità data dallo studio del mondo classico“.

Intervista a cura di Emma Serra


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